Ho sempre pensato che scrivere fosse un ottimo mezzo per capire meglio quello che si ha dentro. Scrivere e parlare con altri umani.
Utili esercizi di stile che a volte portano a conoscere altri umani, a scambiare pensieri e le proprie cose, anche quelle più intime.
Non per tutti è così, dipendentemente dal grado di sincerità, di coinvolgimento e di capacità di relazione che si instaurano.
Ho aperto questo blog per me stesso.
Non mi interessa avere gente che commenta.
Vivo in un Paese che non sento per niente mio.
Non riesco a comprendere la maggior parte dei comportamenti della gente che incontro per strada ogni giorno.
La maggior parte delle volte che incontro qualcuno scopro con rammarico che non riesco a parlarci, perché chi ho di fronte è manifestamente ottuso, disonesto o furbo.
L'italiano medio insomma.
Siamo animali sociali e la base del nostro sopravvivere è creare relazioni di comunicazione.
Ma questo è sempre più difficile, soprattutto quando andando avanti con l'età, si scopre che la possibilità percentuale di perdere qualcosa, invece che di guadagnare dal comunicare con qualcuno è sempre più alta.
La cosa vale anche quando in teoria non si vuole nulla.
Nonostante tutto continuiamo a farlo.
Per i motivi più diversi.
Inutilmente.
Continuiamo a cercare di parlare con qualcuno.
Non ho più voglia di scrivere qui le mie cose.
Non ho più voglia in media di parlare con altri umani. Non serve.
Anzi spesso è dannoso.
Il silenzio, il distacco e la contemplazione di quello che è e di quello che crediamo di essere sono più che sufficienti per rispondere a tutte le domande.
Non pensate mai che qualcuno possa darvi delle risposte o che sia utile o bello o significativo o importante avere vicino qualcuno.
Non è vero.
Nella speranza di potere salutare ogni mattina tutto e tutti con il gesto dell'ombrello, da una casa su un monte dal lato "giusto" del confine, mi godo l'ebrezza estrema data dalla leggerezza della solitudine.
Così è se vi pare.
Sympathy For The Devil
1 mese fa
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