Il Tempo passa ...


30 marzo 2008

4 piccole cose...





La prima Nobile verità:

Esiste una malattia chiamata sofferenza. Essa è l'incapacità a soddisfare.

La seconda Nobile verità:
Esiste una causa della malattia. Desiderio, attaccamento, repulsione sono alla base dell'incapacità a soddisfare.

La terza Nobile verità:
Esiste la diagnosi della malattia. La comprensione dell'impermanenza di tutte le manifestazioni, per come possono essere percepite.

La quarta Nobile verità:
Esiste una cura della malattia. Condurre con giusto impegno e moralità la strada per vedere le cose per come sono.

Sono soltanto quattro piccole, insignificanti cose.

O forse no.

Così è se vi pare.

19 marzo 2008

Padre




Chissà cosa penseresti ora di me.

A quasi quaranta anni, non un soldo da parte, costretto a ricorrere a prestiti per arrivare alla fine del mese.

Non hai mai fatto un debito in vita tua.

Ma erano altri tempi.

Quando lavorando da solo, mantenevi la famiglia con l'affitto a carico.

Quante liti per punti di vista differenti.

Inevitabili credo.

Ricordo però quanto eri orgoglioso di me.

Del mio 60/60 alla maturità. Dei 30 all'Università.

Degli articoli sulle riviste come pubblicista.

Ho preso un' altro 30 all'Università.

Ma non mi sono laureato. Ne lo sarò mai.

Saresti orgoglioso ancora di me? Ho vinto un concorso pubblico senza *spalle coperte*.

E sono nelle condizioni di pentirmene ora, intrappolato in una gabbia di burocrati impazziti e senza possibilità *reali* per il futuro.

Forse non dovrei lamentarmi, vista l'aria che tira dovrei ringraziare di avere un lavoro.

Ma tu che da semplice operaio sei andato in pensione con l'ottavo livello dopo avere comandato per anni il reparto collaudo dell'acciaieria, hai sempre vissuto con la frustrazione di essere inserito in un contesto non tuo.

Ma hai sempre lavorato orgoglioso di quello che facevi.

Ricordo come guardavi la pressa che avevi contribuito a costruire e che ora usano come sottolineatura del palco nei concerti.
Quasi alle lacrime.

Eppure per te esule di Fiume arrivato a Genova e trattato come fascista dai compagni operai, non è stata una passeggiata.

Anche se nessuno sapeva che compravi i ridicoli giornaletti dell'estrema sinistra.

Eri una testa veramente dura.

Come lo sono io ora del resto.

Ricordo quanto ti sei sentito fiero e vecchio quando hai invitato a cena fuori me e la mia prima fidanzata.

Hai sofferto una vita intera con una donna malata di mente.

Non la hai mai tradita.

Quando altri oggi scapperebbero a gambe levate.

E ti sei lasciato morire.

Di stanchezza e dolore.

Ti ho tirato fuori dalla terra un anno fa.

Di te, del tuo cuore e della tua intelligenza sono rimaste quattro ossa.

Certe cose si capiscono solo invecchiando.

E ora che le strade della vita iniziano a essere chiuse una a una anche per me, comprendo molte cose.

Tanti auguri papà.



Dedicato a chi un Padre non lo ha più e lo ricorda.

Dedicato a chi un Padre lo ha ancora e non ne capisce l'importanza.


Così è se vi pare

Ringrazio GoaBoa.net per l'immagine della pressa di Campi.

11 marzo 2008

Se potessi avere ...




mille lire al mese...

così cantava Gilberto Mazzi alla fine degli anni '30 dello scorso secolo:


Che disperazione, che delusione dover campar,
sempre in disdetta, sempre in bolletta!
Ma se un posticino domani cara io troverò,
di gemme d'oro ti coprirò!
Se potessi avere mille lire al mese,
senza esagerare, sarei certo di trovar
tutta la felicità!
Un modesto impiego, io non ho pretese,
voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!
Una casettina in periferia, una mogliettina
giovane e carina, tale e quale come te.
Se potessi avere mille lire al mese,
farei tante spese, comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu!

Ho sognato ancora, stanotte amore l'eredità
d'uno zio lontano americano!
Ma se questo sogno non si avverasse,
come farò.... il ritornello ricanterò!

Se potessi avere . . .



e oggi?

Oggi siamo qui a sentirci dire che siamo in crisi, che dobbiamo fare sacrifici, che dobbiamo andare avanti, che l'abolizione della scala mobile era necessaria, che l'euro sarebbe stata la nostra salvezza.

Vogliono di più da tutti.

Non danno niente in cambio.

Le facce da un lato e dall'altro della bestemmia vogliono e vorranno sempre di più.

E tutti gli altri non saranno da meno.

Intanto l'OCSE racconta questo di noi.

Qualunquismo?

No. Solo stanchezza.

Perché ti chiedono il sacrificio, promettono di premiare la meritocrazia e de facto la busta paga ai mille euro a malapena arriva.

E con mille euro oggi altro che felicità; manco alla fine del mese si arriva.

Così chi è stato più previdente è emigrato dove professionalità e lavoro sono realmente premiati.

Chi ha creduto e sperato di essersi sistemato invece deve rinunciare ai propri sogni, nel Bel Paese dei balocchi; rinunciare alla felicità della citata canzonetta.

A noi qui rimane, forse, solo l'onore delle armi, mentre la barca affonda...

Così è se vi pare.

Ringrazio per le risorse:

www.italianissima.net per il testo della canzone;

wikipedia per la foto utilizzata.

10 marzo 2008

Voto ....





utile o inutile?


Questo è il problema, a voler fare il verso teatrale.


Perché a non votare si fa un regalo a qualcuno che non lo merita.


Sia che si tratti della bestemmia che della bestemmia ladra.

Ma a votare in queste condizioni si fa comunque torto a se stessi ...

Così è se vi pare



Ringrazio per l'uso dell'immagine Wikipedia.

06 marzo 2008

Un giardino di Harry Holland




Harry Holland: Garden

E' passato parecchio tempo dal mio ultimo post.
Fondamentalmente perché lo stimolo di scrivere richiede di avere delle cose da dire.
E su quanto accade in questo Bel Paese si ha voglia solo di stare zitti.
Poi capita per caso di vedere un quadro su Internet e di avere voglia di saperne di più.

Harry Holland è un pittore contemporaneo. Nasce a Glasgow nel 1941 e vive e lavora a Cardiff.
Non sono certo un critico d'arte. Anzi sono un perfetto ignorante. Quindi potete trovare qualcosa di sensato da leggere in questo articolo e anche in questa recensione.
Non mettetevi troppo a ridere leggendo il (mio) seguente commento.

Cosa rappresenta il quadro Garden di Holland?
Secondo me il giardino rappresenta le difficoltà di rapporto e comprensione fra
uomo e donna. Non a caso pare essere un giardino a labirinto come quello che ricordo nel film Orlando, tratto da un romanzo di Virginia Woolf.
L'uomo dopo un lungo peregrinare nel labirinto potrebbe finalmente accedere alla stanza dove ci sono delle donne completamente nude, ma si ferma temendo il terreno infido; una sbarra impedisce l'accesso, come fosse un avviso a stare attento al luogo ove sono tre donne complici.

Una sbarra non alta, un piccolo cancello che blocca però sulla soglia l'uomo nudo.

Le tre donne sono completamente nude e poste a semi cerchio. La donna più a destra sorregge e mostra qualcosa alle altre due.
Tutte e tre non paiono minimamente interessate alla presenza maschile. La donna a sinistra pare commentare guardano quanto sorretto dalla donna a destra e coperto dal corpo femminile centrale volto a sinistra per guardare meglio.

Che mistero è mai questo?

Una possibile interpretazione è che le tre donne siano la rappresentazione di tre modi di essere: madre, moglie e puttana, che nel mondo interiore della donne convivono senza troppi conflitti all'interno dello spazio mentale e spirituale del femminile.
Spazio che è la stanza dove l'uomo, il genere maschile nella sua limitata complessità, rappresentata dal problema del piccolo cancello, non riesce mai ad accedere veramente.

Questa idea mi viene dalle posizioni delle tre donne. Quella a sinistra sorregge qualcosa, qualcosa con cui ha una confidenza relativa come un bambino ad esempio.
"Deve" farlo, per cui lei è l'ideale incarnato della moglie.
La figura centrale che copre e cela quanto sollevato dalla donna a sinistra è amorevolmente voltata come a sostenere e a consigliare. Questa e la madre.
Ma questa figura lascia spazio alla donna di sinistra che è spostata in avanti con il peso e guarda di fronte e non in basso. Essa cerca di insinuarsi fra la madre e il figlio, che non si vede, e si
proietta verso la moglie, come a sottolineare la potenza della sensualità e l'assurdità del limite posto dal dovere e dalla spinta genetica dovuti alla maternità.
In tutto questo l'uomo è staccato, fuori dalla stanza e ciò è rappresentato dal fatto che le donne non lo vedono impegnate come sono intorno a se stesse...

Quindi difficoltà di comprensione fra genere femminile e genere maschile, dovuta all'intrinseca complessità e diversità che la natura ci ha donato.
Non vedo necessariamente in questo un motivo per definire quale genere è migliore.
Ritengo che per tutti, uomini e donne, sia necessario riflettere sull'esigenza di essere differenti.



Spero che leggendo il commento, vi siate fatti almeno due risate. Ed in ogni caso

Così è se vi pare.


Ringrazio Albemarle Gallery e l'artista per l'uso dell'immagine del quadro.