Il Tempo passa ...


06 marzo 2008

Un giardino di Harry Holland




Harry Holland: Garden

E' passato parecchio tempo dal mio ultimo post.
Fondamentalmente perché lo stimolo di scrivere richiede di avere delle cose da dire.
E su quanto accade in questo Bel Paese si ha voglia solo di stare zitti.
Poi capita per caso di vedere un quadro su Internet e di avere voglia di saperne di più.

Harry Holland è un pittore contemporaneo. Nasce a Glasgow nel 1941 e vive e lavora a Cardiff.
Non sono certo un critico d'arte. Anzi sono un perfetto ignorante. Quindi potete trovare qualcosa di sensato da leggere in questo articolo e anche in questa recensione.
Non mettetevi troppo a ridere leggendo il (mio) seguente commento.

Cosa rappresenta il quadro Garden di Holland?
Secondo me il giardino rappresenta le difficoltà di rapporto e comprensione fra
uomo e donna. Non a caso pare essere un giardino a labirinto come quello che ricordo nel film Orlando, tratto da un romanzo di Virginia Woolf.
L'uomo dopo un lungo peregrinare nel labirinto potrebbe finalmente accedere alla stanza dove ci sono delle donne completamente nude, ma si ferma temendo il terreno infido; una sbarra impedisce l'accesso, come fosse un avviso a stare attento al luogo ove sono tre donne complici.

Una sbarra non alta, un piccolo cancello che blocca però sulla soglia l'uomo nudo.

Le tre donne sono completamente nude e poste a semi cerchio. La donna più a destra sorregge e mostra qualcosa alle altre due.
Tutte e tre non paiono minimamente interessate alla presenza maschile. La donna a sinistra pare commentare guardano quanto sorretto dalla donna a destra e coperto dal corpo femminile centrale volto a sinistra per guardare meglio.

Che mistero è mai questo?

Una possibile interpretazione è che le tre donne siano la rappresentazione di tre modi di essere: madre, moglie e puttana, che nel mondo interiore della donne convivono senza troppi conflitti all'interno dello spazio mentale e spirituale del femminile.
Spazio che è la stanza dove l'uomo, il genere maschile nella sua limitata complessità, rappresentata dal problema del piccolo cancello, non riesce mai ad accedere veramente.

Questa idea mi viene dalle posizioni delle tre donne. Quella a sinistra sorregge qualcosa, qualcosa con cui ha una confidenza relativa come un bambino ad esempio.
"Deve" farlo, per cui lei è l'ideale incarnato della moglie.
La figura centrale che copre e cela quanto sollevato dalla donna a sinistra è amorevolmente voltata come a sostenere e a consigliare. Questa e la madre.
Ma questa figura lascia spazio alla donna di sinistra che è spostata in avanti con il peso e guarda di fronte e non in basso. Essa cerca di insinuarsi fra la madre e il figlio, che non si vede, e si
proietta verso la moglie, come a sottolineare la potenza della sensualità e l'assurdità del limite posto dal dovere e dalla spinta genetica dovuti alla maternità.
In tutto questo l'uomo è staccato, fuori dalla stanza e ciò è rappresentato dal fatto che le donne non lo vedono impegnate come sono intorno a se stesse...

Quindi difficoltà di comprensione fra genere femminile e genere maschile, dovuta all'intrinseca complessità e diversità che la natura ci ha donato.
Non vedo necessariamente in questo un motivo per definire quale genere è migliore.
Ritengo che per tutti, uomini e donne, sia necessario riflettere sull'esigenza di essere differenti.



Spero che leggendo il commento, vi siate fatti almeno due risate. Ed in ogni caso

Così è se vi pare.


Ringrazio Albemarle Gallery e l'artista per l'uso dell'immagine del quadro.

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