Il 29 novembre scorso presso la loggia degli abati - Palazzo Ducale di Genova è stata inaugurata la mostra Imago Buddha a cura dell'Istituto Celso.
Un viaggio interessante fra le rappresentazioni del Buddha attraverso varie culture e tradizioni orientali.
Un viaggio compiuto attraverso l'esposizione di opere ed installazioni, che permettono di esplorare l'immaginario collettivo dietro alla religione buddhista per mezzo delle varie rappresentazioni dedicate alla figura dell'Illuminato.
In teche e piedistalli si possono ammirare varie statue di tradizioni differenti, dal sud est asiatico alla Cina, all'India, per poi osservare testi del Canone Buddhista scritti in lingua Pali.
Installazioni suggestive sono il giardino di pietra Zen che occupa come installazione un intera sala, posta in un punto di passaggio fra quelle contenenti le opere di stampo più tradizionale e le rappresentazioni pittoriche e fotografiche relativamente più moderne.
Un breve ma intenso tuffo in una dimensione rappresentativa di una spiritualità differente da quella vissuta o quantomeno percepita nel mondo occidentale, tanto più nel BelPaese, luogo ove una visione religiosa diversa da quella "di massa", anche nell'ambito dello stesso cristianesimo non viene spesso neanche concepita.
Così capita di sentire il commento della Signora interessata a vivere gli eventi culturali della città recitare più o meno:
"In fondo credo che siano tutto solo superstizione"
Un tipico e ottimo esempio di apertura culturale, non c'è proprio nulla da dire.
La Mostra è ben organizzata appunto per "mostrare" i vari aspetti di quella che è la rappresentazione di una figura attraverso simboli, statue, dipinti, mandala e installazioni.
Per cui credo sia abbastanza probabile per chi, proveniente da una forma di fede abituata alla rappresentazione di ciò che è collegato a un dio maschile e trinitario, con le compensazioni femminili mariane e le pletore di beati e santi, incorrere in una interpretazione erronea del genere.
Ovviamente ciò vale anche per chi come ateo rifiuti l'esistenza di dio e del bisogno di una religione. Ma proprio chi è cresciuto imbibito da una visione religiosa di un certo tipo, sia che sia credente sia che sia ateo, deve fare una fatica tremenda nel concepire una spiritualità e una religione che non hanno bisogno di un dio.
Una religione nella quale il senso stesso di salvezza è depositato nelle mani di chi pratica e vive la spiritualità ogni giorno.
A questo livello sono differenti le rappresentazioni di chi ha percorso per primo il cammino di purificazione dalla sofferenza.
Simboli, racconti, mandala che vengono distrutti dopo settimane impiegate a costruirli, perfetti giardini di pietra che rappresentano l'immobilità della mente che contempla in perfezione se stessa.
Storie dell'assurdo, immagini feroci e assurde che mirano solo a "puntare il dito" verso l'impermanenza, l'incapacità a soddisfare che è l'illusione e la sostanziale inconsistenza di molte delle affermazioni che siamo abituati a fare iniziando la frase con:"Io...".
Viene rappresentato attraverso immagini l'insegnamento di colui che era un' uomo, che morì come un uomo e che ha trovato la strada per la liberazione dalla sofferenza e venne da allora chiamato il Buddha, l'Illuminato.
Così è se vi pare.
1 commenti:
L'ho vista oggi pomeriggio e devo dire che sono rimasta assolutamente estasiata. Non è la prima mostra organizzata dal Centro studi orientale di Genova che vedo. Ma questa è quella che mi ha più colpito.
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