Il Tempo passa ...


10 aprile 2008

Inno all'amore




Oggi è l'ultimo giorno nel quale saremo disturbati da coloro
che vogliono
il bene nostro e del Bel Paese tutto.
E anche se così non fosse sarebbe comunque l'ultimo giorno
nel quale saremo
costretti ad ascoltare un' inutile vociare
di frasi ad effetto,
di shock comunicativi, di coupe de theatre
che tutti vediamo essere solo
il meschino rincorrersi
per l'ultimo possibile convincimento,
per strappare
l'ultimo consenso, prima della pausa di riflessione...


Riflessione.

Si, ogni tanto è necessario riflettere.

Dalla prima lettera ai Corinzi:

Se parlo le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli,
ma non ho
amore, sono un metallo che rimbomba,
uno strumento che suona a vuoto.

Se ho il dono d'essere profeta e di conoscere tutti i misteri,
se
possiedo tutta la scienza e anche una fede da smuovere
i monti, ma non ho
amore, io non sono niente.

Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo
alle fiamme,
ma non ho amore, non mi serve a nulla.

Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso,
non si vanta,
non si gonfia di orgoglio.

Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse,
non cede alla
collera, dimentica i torti.

Chi ama non gode dell'ingiustizia, la verità è la sua gioia.

Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta,
mai perde la
speranza.

L'amore non tramonta mai: cesserà il dono delle lingue,
la profezia
passerà, finirà il dono della scienza.

La scienza è imperfetta, la profezia è limitata, ma verrà
ciò che è perfetto ed esse svaniranno.

Quando ero bambino parlavo da bambino, come un bambino
pensavo e
ragionavo.
Da quando sono un uomo ho smesso di agire così.

Ora la nostra visione è confusa, come in un antico specchio;
ma un
giorno saremo a faccia a faccia dinanzi a Dio.

Ora lo conosco solo in
parte, ma un giorno lo conoscerò
come lui mi conosce.

Ecco dunque le tre cose che contano: fede, speranza, amore.
Ma più
grande di tutte è l'amore.

Chi mi conosce forse si stupirà per questa citazione di un testo
che, forse,
non mi è proprio. O, forse, no.

Dal mio punto di vista esistono tre modus vivendi che una
persona può applicare
al termine fede:

  • Fregarsene ampiamente e pensare agli aspetti pratici imposti dalla durezza dell'esistenza;
  • aderire passivamente ed esclusivamente come forma di convenzione sociale ad un credo religioso condiviso a livello di massa;
  • non attendersi niente ed agire conformemente ai propri principi morali con grande senso di responsabilità personale.

La fede utile, la fede che serve, non è mera rappresentazione;
è impegno responsabile.

La fede con la “F” maiuscola non è andare alla messa delle 11
della domenica con il vestito buono addosso; seguire senza
porsi delle domande, senza assumersi delle responsabilità
delle ideologie o religioni, oppure regalare ciò che a noi
in fondo non serve facendoci sentire dei benefattori, delle
persone nobili e *per bene*.

La Fede è impegno e responsabilità personale.

La vera Fede in realtà non ha bisogno di dio.

Non ha bisogno di un dio con la “d” minuscola, al quale
affidarsi togliendosi di dosso ogni responsabilità della
propria salvezza e del proprio e altrui bene.

In questo senso, anche chi non crede nell'esistenza di un
essere supremo e benevolo può avere Fede.

La Fede che, agendo conformemente alla propria morale,
facendosi carico di quanto accade e assumendosi in toto
la responsabilità delle proprie azioni, si possa diffondere,
senza aspettarsi nulla in cambio, il senso stesso dell'esistenza:
l'amore.

Oggi è una giornata di pioggia. Grigia e umida.
Una brutta giornata sembrerebbe.

Quante volte pensiamo in questo modo mentre i giorni della
nostra vita passano e scorrono come sabbia fra le dita?

Forse nell'ultimo minuto dell'esistenza potremmo
rimpiangere di avere avuto tanti pensieri negativi,
non apprezzando anche giornate come questa.

Quante volte ci si lamenta perché le cose non vanno bene.

Quante volte abbiamo detto che in altri Paesi le cose
funzionano meglio.

Quante volte abbiamo dato la colpa di tutti i mali
ad altri.

Si potrà osservare che spesso purtroppo abbiamo
avuto ragione nel pensare in questo modo.

Ma non importa.

Non importa adesso.

Domenica e lunedì pensiamo agli altri prima di noi stessi.

Pensiamo a chi è vecchio e ha il diritto di avere
qualche giorno sereno prima di togliere il disturbo.

Pensiamo a chi è giovane e ha il diritto di costruire
una vita nella speranza della felicità.

Pensiamo al futuro di chi ora e bimbo e a quale
eredità gli lasceremo.

Pensiamo a noi stessi e al nostro diritto di avere
speranza nella realizzazione dei nostri sogni.

Votiamo consapevolmente e prendendoci carico di tutta
la responsabilità che deriva da una scelta, ciò che
realmente pensiamo essere il meglio.

Non per noi stessi e il nostro interesse, ma per
l'interesse comune di tutti.

In questo modo, qualsiasi cosa voteremo, il nostro
sarà un atto di amore per il prossimo e come tale
non produrrà danno, ma porterà comunque qualcosa di buono.

Questa forse, per molti che avranno avuto il coraggio di
leggere queste righe fino in fondo, è solo è una stupida Fede.

Per me è solo un modo per diffondere amore nella mia vita
e in quella di chi mi sta intorno.

Così è se vi pare.

Ringrazio FotoArt.it per la splendida immagine di montagna e arcobaleno dopo la pioggia.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciccio non ha bisogno di voi per vivere ma soprattutto per amare lo fa a prescindere perchè crede che l'unico modo per cambiare questa "sozza società" sia quello di mettere al primo posto coloro che sono rilegati all'ultimo; per Ciccio è naturale pensare a un vescovo che fa il ministrante e ad un povero che fa l'omelia ad un ministro che paga il biglietto dell'autobus ed un senza fissa dimora che si accasa nelle stanze presidenziali, per cui questi due giorni per Ciccio non sono importanti perchè non sono importanti solo quelli che si presentano come candidati...tutto il creato è parte di Ciccio con la sua violenta bellezza e con la sua triste gioia di vivere.
Con affetto