Di motivi per scrivere in questo nuovo inizio anno c'è ne sarebbero molti. Forse proprio per questo è tanto che non riesco a farlo.
Ogni volta che si arriva alla fine di un anno tutto si deve ammantare di buoni propositi e ottimi sentimenti.
Mai una volta che le cose cambino però.
Regola personale per il blogging: scrivere quando si sente di avere qualcosa da dire, e non tanto per mantenere alto il numero dei post. Andiamo a cominciare.
Esiste una regola antica secondo una parte di una filosofia-religione orientale che più o meno recita così:
Di chi è la colpa? Perché ovviamente ora è necessario individuare un colpevole. Che sia il Ministro, il Commissario, il Governatore, questo Governo, quello di prima, quello che verrà la cosa più prossima alla verità che si può affermare è che i colpevoli siamo solo
Noi che deleghiamo ciecamente.
Noi che non facciamo la fila nelle code agli sportelli.
Noi che non diamo la precedenza ai pedoni sulle strisce.
Noi che ci fermiamo in mezzo alla strada per i nostri comodi e degli altri:"..chi se ne frega!".
Noi che si evade le tasse, perché il Governo è ladro!
Noi che allo Stadio si va per picchiarsi con quei bastardi dell'altra curva.
Noi che allo Stadio si va e se c'è l'occasione pestiamo gli sbirri assieme a quei bastardi dell'altra curva.
Noi che la spazzatura di Voi terroni nulla facenti non la vogliamo.
Noi che non facciamo un c...o perché lo stato non ci aiuta.
Noi che si va a lavorare in fabbrica prima della cassa integrazione, e poi si muore bruciati perché non ci sono manco gli estintori.
Noi che i lavoratori colleghi dei morti non va bene che vadano in tv, ma per adesso non facciamo nulla.
Noi che tanto per far guadagnare il padrone le discariche si riempono con tutto quello che arriva. Ma proprio tutto.
Noi che si muore di cancro, e non si capisce come lo si è preso.
Noi che si guarda la gente in tv che ti racconta che un inceneritore fa bene alla salute, e che per riciclare ci vuole troppo tempo visto che *ora* siamo in emergenza.
Noi che siamo esseri umani che vivono in un territorio che qualcuno ha chiamato Italia, illudendosi che in questo modo concetti come Stato e Nazione si diffondessero per osmosi fra la popolazione.
Noi umani incivili, egoisti, irrispettosi, capaci di piangere solo perché non ci danno abbastanza soldi o perché c'è e chiedono troppi; poco importa se ho un lavoro e non faccio nulla o peggio mi assento per farne un' altro, oppure ho un'azienda e guadagno meno del mio ultimo dipendente ...
Noi che abbiamo una sola cosa in comune: il fatto di sentirci chiamare italiani lo sappiamo. Sappiamo che il nostro paese finisce a un centimetro dalla pelle del nostro corpo. E l'unico pensiero che abbiamo per gli altri, dall'alto del nostro indubbio senso civico e morale è soltanto un vai a fare in culo...
Ebbene cari Fratelli d'Italia; amici del Bel Paese; correi nell'apice della grandezza di questa Repubblica della Spazzatura e del Malaffare!
Ricordatevi che la regola del cambio nell'opposto non è solo filosofia, ma è realtà di vita.
Non illudetevi di essere sempre ricchi e migliori di tutti gli altri nel mondo.
L'ora della bratta è iniziata per tutti qui, vi piaccia o meno.
Personalmente affronto la cosa con un'altra citazione orientale:
Se esiste un problema ma non hai la soluzione perché te la prendi?
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