La riflessione di oggi la devo alla lettura di questo post dal blog della mitica DElyMyth.
Riflettendo sulle basi dei rapporti umani, di qualsiasi tipo, viene da pensare con interesse all'ipotesi dei sei gradi di separazione.
L'ipotesi afferma che per ognuno di noi è possibile entrare in contatto con un qualsiasi altro essere umano con un numero limitato di passaggi, che nell'ipotesi sono cinque.
La cosa interessante è che pochi si rendono conto di quanto questo sia vero, al di là del numero di passaggi necessari per ognuno di noi.
Inoltre pare che si possa parlare di qualcosa di più di un ipotesi a giudicare da certi studi.
Le reti sociali su Internet sono un ottimo esempio di tutto ciò.
Ma la massa delle persone che non usa Internet e che in generale pensa che la propria esistenza sia lontana dalla tecnologia e, per questo più *umana*, non si rende conto di vivere dentro a un mondo che è sempre stato una rete di relazioni.
Perché altrimenti noi povere scimmie nude non avremmo potuto sopravvivere alla predazione delle altre specie.
Si potrebbe dire che la nostra socialità altro non è che un grafo con regole determinate da esperienze dirette interne (psicologiche, neurologiche e archetipiche) ed esterne (fame, violenza, sesso) dove il caso gioca spesso un ruolo tutt'altro che secondario.
Mi rendo conto che la cosa messa così può apparire cruda, ma come sostiene la teoria dei piccoli mondi è facile rendersi conto delle cose che ci accomunano e delle cose che ci separano.
Insiemi di router in un Autonomous system, di consumatori di Guinness stout, di venditori di articoli per parrucchiera, di partner sessuali BDSM, di fan di un film, di un certo videogioco o di amicizie fra colleghi di lavoro hanno tutti una cosa in comune: costituiscono una rete nella quale ogni elemento o nodo manifesta un alto livello di aggregazione e basso grado di separazione.
Ogni rete costituisce un piccolo mondo.
Ogni nodo della rete però può far parte di più piccoli mondi.
Da qui la possibilità che con un numero limitato di passaggi ognuno di noi possa essere in contatto con altri al limite sconosciuti.
Trovo questa cosa affascinante.
Viviamo in un mondo dove i media ufficiali tendono a *separarci* con la lusinga dello spettacolo comodo e gratuito serale nelle nostre case, dove i partiti politici che non hanno più nessuna idea, per non parlare di ideologia, diventano network, dove ognuno di noi si sente sempre di più un isola solitaria sperduta in oceano di solitudine.
L'idea che in realtà ognuno di noi è profondamente interconnesso agli altri è da un lato rivoluzionaria, dall'altro, almeno per me rilassante.
Del resto nel buddhismo da sempre si parla di come la vita sia simile alle onde generate dal lancio di una pietra in uno stagno.
Quando lanci una seconda pietra inevitabilmente le onde del secondo impatto entreranno in contatto con quelle generate dal primo.
Anche se i sassi sono lanciati da persone diverse, dalle rive opposte dello stesso stagno.
Un buon motivo per scegliere di fare delle cose buone per gli altri ogni volta che si può.
O, perlomeno cercare di evitare di scassare gli altrui maroni.
Mah! Si vede che si avvicinano le Feste e tutti si sentono più buoni vero?
Beh. Almeno così è, se vi pare...
Sympathy For The Devil
2 mesi fa
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