Il Tempo passa ...


26 novembre 2007

Tornando a scrivere...





Eccoci qua a scrivere dopo un bel po' di tempo.

Capita di avere cose da scrivere e da raccontare.

Ma di non avere la *testa* per farlo.

Capita che magari hai un amico che si fa venire un aneurisma per lo stress a 43 anni. E magari la cosa ti fa riflettere.

Capita che la vita che fai, tirando le somme, non sempre ti piace.

Capita anzi, che vorresti fosse proprio diversa.

La scorsa settimana ha piovuto ininterrottamente per quattro giorni di fila.

A parte il dolore al ginocchio sempre più pronunciato, l'umore è finito sotto i tacchi.

Poi domenica scorsa il sole. La voglia di farsi una passeggiata in riva al mare.

Anche se la foto non rende la bellezza della giornata.

Così si torna a scrivere perché si *deve* andare avanti.

Sempre e comunque.

Ieri sera mi è capitato di vedere il programma di Adriano Celentano per la presentazione del nuovo album.

Programma lento. Una prima serata presa con la filosofia di un salotto fra amici, fra finte interviste, barzellette demenziali in bagno e riflessioni alla *Celentano* sul mondo.

Al di là dei contenuti, che possono essere condivisibili o meno, la cosa che a me ha colpito di più è la semplicità nel comunicare il *messaggio*.

Qualcuno forse penserà che sia perfettamente inutile e completamente fuori sincrono un modo di pensare ed esporre le proprie idee come questo. Si può pensare che le tematiche della via Gluck siano trite e ritrite e che nel moderno mondo tecnologico si dovrebbero avere ben altre posizioni.

Fra battute volutamente fiacche e canzoni interrotte in playback, dopo uno pseudo strip di Laura Chiatti, vengono rappresentati dei *pensieri sciolti*.

Il perché la politica dei politici fa male.

La mancanza del concetto di *bellezza*, nell'intraprendere opere pubbliche.

La *fretta* di ottenere uno scopo (il voto) senza minimamente pensare alle conseguenze per il futuro, come il volere riparlare di nucleare.

Poi Celentano canta. E ci fa rivedere il Myanmar dimenticato dai media e dalla vita politica nel nostro paese.

Un tocco alla botte, alla mancanza di consenso a Prodi, perché *forse* sta facendo le cose giuste.
Un tocco al cerchio, con la richiesta di cambiamento nel nuovo partito di Berlusconi.

Un invito agli ultrà, perché diventino *Ultra*.

Un invito a Mastella perché ridia l'indagine a De Magistris. Perché così Mastella dimostrerà a sua volta di essere *Ultra*.

Certo, parole che possono fare sorridere. Ma che non sono senza significato.

Sono un invito alla rivoluzione dal basso. Una rivoluzione che deve partire dalla gente.

Gli ultrà sono una metafora per diventare tutti noi quell'*Ultra* che sa tanto di *Oltre*.

Tutto questo fra gli intermezzi di Fabio Fazio, le uscite nel bagno di Tricarico, di Mogol e Gianni Bella, la voce di Carmen Consoli e le note di un piano forte e di un sassofono che fanno rabbrividire.

Può anche essere stato lento, come spettacolo. Ma assolutamente rilassante, in un palinsesto televisivo che induce troppo spesso ansia e stress.

Per i contenuti e i pensieri al solito, vale la stessa regola: così è se vi pare.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Celentano ci prova, tu ci provi, l'importante è provarci, dare un segnale; è con l'esempio che si da è che con il vivere i propri ideali che si riceve...oggi il segnale è debole è vero, sai qual'è la follia?, la contraddizione? insistere credere fino alla fine che da quel flebile bagliore possa nascere una nuova luce capace di dare dignità, voglia di vivere e perchè no potere ai poveri della terra...e che sia un Natale in cui il boccone dello spreco, il sorso dell'avidità e il panettone dell'egoismo possa andarci di traverso!

Anonimo ha detto...

L'aria è irrespirabile
il cielo è terso
ma il mio vagar su queste membra
rilascia solchi sul terreno
e la semina inizia senza il mio consenso
nelle pieghe più nascoste della mia anima!
il mio grido di sudore
esce da solo non lo trattengo
ed è allora che felice vago
nel mio rimembrar alle corse pazze su è giù per la crosa dove il mio ginocchio sanguina
e la torre campanara che scocca l'ora del mio risveglio desta i ricordi più reconditi e con essi risorgo dalle macerie del mio essere

Rez ha detto...

@mariu: ti ringrazio del commento. Ma a volte penso che nella vita bisognerebbe avere un po' di più, invece che privarsi di quel poco che si ha. Commento egoista forse. Ma dipende da quanto hai o senti di avere. E non parlo di possesso di oggetti ...
@ciccio: lo sai che drogarsi fa male vero?

Anonimo ha detto...

ciccio non si droga
ciccio è felice di non avere molto ciccio è felice se tu sei felice
ciccio ti guarda negli occhi
ciccio è sordo di fronte all'arroganza
ciccio è cieco dinanzi alle proprie colpe
ciccio vuole ciò che gli altri scartano
ciccio vuole aggiustare il giocattolo rotto
ciccio si affeziona e ama poco
ciccio spinge sul bus strapieno
ciccio urla allo stadio
ciccio sta zitto e soffre con te
ciccio ha delle biglie colorate
ciccio mangia l'ostia
ciccio gioca con la vita
ciccio legge sulle tue labbra
ciccio ti lascia essere te stesso
ciccio è ciccio e basta!!

Anonimo ha detto...

ciccio non si droga è così pacatamente...