Il Tempo passa ...


09 giugno 2008

Tre a zero




Tre a zero. Un risultato giusto. Lungi da me cadere nella viziosa trappola del commento per la debacle della



nello
sport Nazionale per definizione appunto...

Tre a zero.


Una metafora di come vanno le cose in questo meraviglioso Bel Paese.

Un Paese nel quale i
medici di ospedali privati tagliano via il seno a una ragazzina per potere avere i soldi del rimborso. Un intervento uguale un rimborso.

Una volta gli scandali mala-qualcosa riguardavano di solito il cattivo utilizzo dei fondi pubblici.

Oggi, sempre di più, si scopre che il "privato nel Bel Paese" fonda la propria capacità imprenditoriale nella perpetuazione del reato più che nella libera concorrenza.


Dai rifiuti, alla sanità a tutto il resto.

Il perfetto sistema che
qualcuno ha avuto il coraggio di descrivere in un romanzo che è diventato un film.

Un sistema che riguarda l'intero Bel paese.

Sempre di più nella sua parte imprenditoriale privata.

Con buona pace del Presidente di Confindustria e famiglia.

Esempi tipici dei tanti mala-qualcosa con i quali i popoli abitanti il territorio di questo Bel Paese convivono.

Si i popoli.

Perché a me sembra più che evidente che il mero individualismo e la "furbizia" siano le uniche cose veramente comuni agli abitanti del Bel Paese.

Oltre alla


ovviamente.


Per il resto la divisione fra le genti parla il dialetto della sperequazione sociale, del razzismo, del tutto ora qui e subito, dell'assenza di solidarietà in nome di quello che è mio è mio e quello che è tuo, e se non sei capace a difenderlo è mio lo stesso.

Popoli che hanno la memoria corta, composti da individui che non leggono un libro all'anno. Per i quali il messaggio televisivo costituisce base fondante per i valori sociali.
Così se l'altro ieri si lamentavano di non arrivare alla terza settimana del mese, ieri hanno espresso il voto per l'impellente bisogno di "sicurezza".

E oggi che forse non arrivano alla seconda di settimana, stanno a guardare coloro che hanno votato cambiare le regole del gioco e togliere strumenti a quei pochi che ancora in questo Paese la "sicurezza" vera, che passa almeno per

l'applicazione della legge,

cercano di farla.

Individui che stanno a guardare coloro che continuano a cantare
"la mezza messa" per dirla alla Camilleri; tanto a dirla intera c'è sempre tempo per smentirla ogni volta che si vuole la messa di turno.

Individui che non sanno pensare al cui prodest.
Perché per farlo ci vorrebbero memoria, cultura e un minimo senso della morale. Cosa che gli individui costituenti la maggior dei popoli del Bel Paese non hanno.

Consapevolmente e colpevolmente.

Intanto nell'ambito dell'iniziativa privata, che sempre più nel Bel Paese si identifica con l'attività criminale, ieri sera c'è stata una rapina a un porta valori che sembra tratta da un film di azione made in usa.
Blocchi stradali fatti usando auto rubate e costringendo gli automobilisti a bloccare la strada con il proprio mezzo. Lunghe sequenze di colpi di Kalasnikov.
Poi la fuga, probabilmente e non a caso, in tempo per vedere il secondo tempo della partita della

"Nazionale"


Tre a zero.


E per i popoli che si riconoscono disuniti ma collusi nell'applicazione della "furbizia", della paura del diverso, del razzismo, dell'ignoranza e uniti solo dalla

"Nazionale"


pare un risultato in grado di scatenare polemiche e seminare
ansie di tragedia.

E di nuovo tutti pronti a "dimenticare" quanto accade di spaventoso nel Bel Paese in nome di quanto è effimero come la mancata impresa della

"Nazionale"


Purtroppo la
legge della causa e dell'effetto ha le sue conseguenze come è ovvio che sia, anche se con il disappunto di milioni di individui del Bel Paese.

Tre a zero.

Un risultato giusto.


Purtroppo però la partita in questione è molto, ma molto più importante.

Si può solo rimanere a guardare, mantenendo diritto il timone della propria esistenza.

Così è se vi pare.

L'immagine è una litografia di Escher del 1950 dal titolo Ordine e Caos.
Rappresenta bene il limite, l'orizzonte degli eventi che, salvo cambi repentini di rotta, presto ci troveremo a valicare.



4 commenti:

Anonimo ha detto...

a noi rumeni non è che ci interessa molto della vs. italietta noi stiamo bene qui con i ns. bambini che muoiono di fame e che sorridono per un pezzo di pane ....quello che voi italiani scartate!!
evviva i rom evviva la Romania
Romania Campione

raffaele ha detto...

Non so se tu sia un rom o no; comunque a me non sembra proprio così anzi qui e il paese del ben godi o almeno e cosi che la pensano la maggior parte degli extra comunitari, in particolare quelli che delinquono e perseverano nella delinquenza.
Pochi giorni fa sono stato derubato mentre tutti dormivano in casa mia; certo potrebbe essere stato chiunque magari un italiano o forse un extracomunitario e perche no magari proprio un rom; quindi mio carissimo amico anonimo non c'e proprio nulla da esultare anzi ci sarebbe da piangere!

raffaele

Rez ha detto...

Risposta al commento di anonimo:

Caro anonimo,
potrei sbagliarmi certo, ma tu sei rumeno come io sono cinese.

Lo capisco dall'italiano troppo buono per essere dello *straniero ignorante* che vuoi sembrare.

Quindi...

nel caso tu sia italiano, come credo, sei solo uno dei tanti *poveri di spirito* che ho descritto nel post.
E *l'italietta* di cui parli ti sta a pennello e misura.

Proprio per questo ho scritto che in Italia ci sono *popoli* differenti.
Con i quali personalmente mi sento veramente molto poco apparentato, al nord, al centro e al sud.

Ho girato più all'estero che in Italia e ogni volta ho avuto modo di *vergognarmi* del comportamento dei miei cosiddetti connazionali.

Sentire *certa gente* con la quale vorrei avere un rapporto di vicinanza con distanza minima di 3000 km, fare determinate critiche, mi fa sorridere.

Per capire cosa intendo basta fare 10 km oltre i confini italiani, per capire quanto molti dei popoli italiani abbiano una caratteristica *inciviltà* radicata dentro.

Per carità, poi ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni.

Per adesso almeno...

Nel caso mi fossi sbagliato, caro anonimo, e tu fossi *veramente* un rumeno... complimenti!
Sei un' esempio di integrazione culturale perfetta con la maggior parte dei popoli del Bel Paese.

E per te valgono le stesse osservazioni fatte sopra.
Solo che di incivili, ignoranti ne abbiamo già abbastanza, come dicono proprio loro, a *casa nostra.*

Da parte mia posso solo osservare, esprimere un parere ogni volta che vedo generarsi dolore e sofferenza a causa dell'ignoranza.

E tenere il più possibile saldo il timone dell'esistenza, in questo mare della vita che sta diventando sempre più tempestoso.

Buona vita

Rez ha detto...

Risposta per raffaele:

Caro raffaele.
Il tuo punto di vista è assolutamente condivisibile.
Tieni presente però che, probabilmente, il post di anonimo voleva essere una provocazione voluta.

In questo Bel Paese si sta cavalcando l'onda del problema *sicurezza* in tutti i modi.

Quando il problema *vero* si chiama paura del diverso.

La cosa è inevitabile ed è sempre accaduta ogni volta che genti diverse si sono incontrate.

In molti quartieri di molte città italiane ormai, gli italiani sono una minoranza.

Questo è un dato di fatto, determinato da come sta evolvendo il mondo.

Credi che sia possibile impedire a questa gente di vivere come è abituata a fare nel loro paese, quando, in una certa zona, sono maggioranza?

Guarda solo a come sono andate le cose negli USA per gli italiani immigrati.

Gli abbiamo portato una delle industrie più fiorenti al mondo: la mafia!

Per quanto riguarda il discorso della delinquenza, le regole e le leggi ci sono già.

Non c'è bisogno delle ronde, ma di sane forze dell'ordine che si muovano sul territorio.

Personalmente conosco esattamente le zone del quartiere dove vivo dove sarebbe necessaria una presenza *di civiltà* legata sia al rispetto della legge, sia al *vivere* il territorio.

Ma questo lo si fa in un Paese che ha un solo popolo.

Non una accozzaglia di clan male assortiti che in comune hanno solo la *furbizia* e l'intento di prevaricare gli altri in nome di non si sa bene quale *italianità*.

Buona vita